La stanza da letto
Nelle case rurali più antiche, comunicante con la cucina da cui perveniva il debole calore prodotto dal focolare domestico, la stanza da letto era disadorna. Il mobilio si componeva del letto, o dei letti; della cassapanca destinata alla custodia della biancheria, più tardi sostituita dal canterano (lu commò); d’un armadio; del lavabo. L’uso del comodino (la colonnètta) risale alla fine dell’Ottocento. Sopra il letto, appesa alla parete, un’immagine sacra o il crocefisso e l’immancabile “parma”: la fronda d’ulivo benedetta nella Domenica delle Palme destinata a proteggere i dormienti. Molto speso, accanto al letto vi era una piccola acquasantiera. D’inverno, il clima della stanza da letto era rigido, tanto da obbligare a usare il braciere, oppure vari tipi di scaldini da letto.
Il letto (lu liéttu).
Nelle case rurali, la forma tradizionale e più antica di giaciglio consisteva in tavole poggiate su due cavalletti, in genere di ferro. Dagli inizi del Novecento, si diffuse l’uso delle sponde da letto in ferro abbinate alla rete metallica. In molte case rurali si conservano ancora le monumentali testiere degli avi laccate di nero, con sfere e ornamenti d’ottone, oppure quelle decorate con motivi floreali o paesaggi dipinti su lamiera. Tornando al letto più antico, sul tradizionale tavolato veniva steso il paglione (lu pajò) che fungeva da materasso.
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