La culla.
Questo mobile era presente solo nelle case delle famiglie “benestanti”, quelle che avevano modo di farsi costruire una culla dal falegname locale. Le famiglie più povere, sebbene la rigida autarchia aveva reso abili a costruire attrezzi e rustici mobili, non usavano la culla ma cassette di legno, grosse ceste, oppure facevano dormire i bambini accanto ai genitori. Quest’ultimo costume provocava, talvolta, il soffocamento del neonato oppresso dalla madre esausta per le fatiche quotidiane e immersa in un sonno profondo. Un episodio del genere è narrato anche nella vita del santo locale Giuseppe (al secolo Eufranio Desideri). La culla era formata da una base in legno sulle cui alzate era sospesa una cassa abbastanza profonda in cui era sistemato il pagliericcio. Mediante due perni, la cassa della culla poteva oscillare in modo da conciliare il sonno del pargolo strettamente avvolto nelle fasce.
Culla – cuna (n. i. 108)
provenienza: Leonessa
materiale: legno di faggio
descrizione: la culla si compone di un corpo e di due supporti verticali muniti di piede e tenuti fermi, in basso, da una catena di legno a sezione tonda e da una seconda catena alla metà circa dell’altezza. Il corpo, a cm. 22,5 dal bordo, si rastrema verso il fondo. Il corpo della culla bascula mediante due perni di legno passanti nei supporti verticali. Una zeppa di legno, passante in fori praticati nei supporti e nel corpo, permette di bloccare il movimento oscillatorio. I supporti sagomati sono inseriti a incastro nei piedi. Attorno all’apertura corre un bordo a profilo semicircolare
misure: corpo: apertura superiore cm. 83,5 x cm. 65,8; h. interna cm. 42,7; fondo: cm. 79 x cm. 22; h. tot. cm. 90,8; lg, tot. (compresi i supporti) cm. 95,5; gambe: lg. max. cm. 15,3, min. cm. 7,2, spess. cm. 2,3; piedi: l. cm. 39 sp. cm. 3,5
stato di conservazione: ottimo
acquisizione: prestito indefinito di Tonino Zelli. La culla era appartenuta alla madre
anno: 2012
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